Capitolo 11 - Sezione Alpini Treviso

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Capitolo 11

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STORIA CRONOLOGICA DELLA SEZIONE A.N.A. DI TREVISO

Cronaca di oltre 80 anni di Vita Alpina


Capitolo 11: L’indignazione non basta! Bisogna agire

Gli Alpini della Sezione di Treviso hanno modo di mostrare la loro indignazione per il vile attentato al treno 904 sulla linea Bologna-Firenze. Lo fa Lucio Ziggiotto con un articolo intenso su Fameja Alpina che nel 1985 festeggia i suoi 30 anni dalla fondazione.
Tra i tanti impegni della Sezione spicca la ristrutturazione della casa colonica di Fontanelle acquistata dalla Piccola Comunità di Conegliano per l’accoglienza, il recupero e il reinserimento nel lavoro dei giovani che hanno avuto problemi di droga. Il Presidente dell’A.N.A. Leonardo Caprioli, al nostro Presidente che chiede un parere per creare un ponte di lavoro, anzi, di solidarietà, risponde così: - Caro Cattai, chiedere il mio parere su una iniziativa tanto bella e tanto umana come la vostra è come chiedere a un alpino se gli piace ……la penna. Solo un pazzo direbbe di no. Sono grato a te e a tutti i tuoi Alpini, e,  se vi sta bene, mi prenoto per l’inaugurazione.
I Gruppi danno una risposta corale e così prendono il via i turni di lavoro a partire dal 25 maggio 1985.
Il 16, 17 e18 giugno  di quello stesso anno gli Alpini trevigiani hanno occasione di salutare Papa Giovanni Paolo II° in visita nelle terre della Marca, mentre gli Alpini ciclisti hanno modo di farsi notare sul circuito del Montello il 25 agosto, alla vigilia dei mondiali di ciclismo che tanto successo hanno riscosso per la bellezza del percorso.
Gli appuntamenti delle Commemorazione sono ormai fissati in calendario: Nikolajewka, l’Adunata (nazionale, sezionale e triveneta), Rifugio Contrin, L’Adamello, la battaglia del Piave, il raduno al Bosco delle Penne Mozze di Cison di Valmarino, il 4 novembre, ecc…
Il 1° marzo 1986 viene annunciato da S. Em. Il Card. Carlo Maria Martini Arcivescovo di Milano l’avvio del processo canonico per la beatificazione di Don Gnocchi l’Apostolo (alpino) del dolore innocente.
Il 15 novembre 1986 ricorre il trentennale della morte di Ugo Gastaldello (El Mostacio), l’uomo che ha avuto il merito, rischiando forse di passare per ladro, di aver salvato l’archivio e tutto il salvabile della Sezione sottraendolo dall’ufficio di via Cornarotta e trasportandolo nella sua trattoria.
Quasi una coincidenza il 15 dicembre dello stesso anno il Gen. Alpino di Brig. Franco Bosio viene condannato a due mesi di reclusione (con la condizionale e la non menzione) perché accusato di violenza, mancanza di rispetto e corruzione morale per aver esternato il suo disgusto, la sua preoccupazione e la sua più netta contrarietà nei confronti di taluni sconcertanti episodi di vandalismo accaduti nella sua caserma, usando certamente un vocabolario non accettato dai facinorosi. Non è più tempo di eroi ne di padri severi. Fameja Alpina ne prende atto con tristezza.
Nel 1987 diventa ufficiale ciò che già era di fatto: “il fronte dell’A.N.A. è la solidarietà umana”. Gli Alpini trevigiani portano con orgoglio lo striscione durante la 60^ adunata nazionale a Trento, senza rendersi conto che di lì a poco avrebbero dovuto aumentare i loro sforzi già al limite della sopportabilità. Nel mese di agosto la comunità della Valtellina viene stravolta da una serie di frane provocate dal maltempo. Le parole del parroco di Fusine Don Giovanni Da Prada sono più eloquenti di qualsiasi cronaca: -Ho visto le rudi mani degli Alpini carezzare le tombe dei defunti della mia gente come se fossero i sepolcri dei loro cari. È l’ultimo tocco, l’ultima pietosa carezza dopo il duro e snervante lavoro dei giorni precedenti, quando si è dovuto spalare il fango ed i sassi che ricoprivano tutto.
Un vecchio Alpino ha risposto: - Lo abbiamo fatto come se fossero state le tombe dei nostri Compagni Caduti.
Ramstein 28 agosto 1988. Gli Alpini del Grappa e del Piave, che videro e celebrano le imprese del grande Francesco Baracca piangono le Frecce Tricolori cadute: Nutarelli, Alessio e Nardini e con loro i 60 appassionati corsi ad applaudirli. Ai loro funerali saranno le note struggenti di “Stelutis Alpinis” a salutarli.
La forza della Sezione alla fine del 1988 è di 9115 alpini suddivisi in 92 Gruppi.
Il 23 aprile 1989  alla presenza del Presidente Nazionale A.N.A.  Caprioli, al nostro Presidente Cattai, al Sindaco di Fontanelle e al responsabile della Piccola Comunità di Conegliano Don Luigi Vian viene inaugurata “La casa di Fontanelle”.
56.000 ore di lavoro, 1.560 volontari, 89 Gruppi alpini partecipanti, 7.100 giornate lavorative in 5 anni! Questi i numeri che non dicono tutto. Le donazioni, piccole e grandi, così come le spese, sono state tutte documentate da Fameja Alpina con puntigliosa precisione. La soddisfazione di chi ha lavorato superando difficoltà di ogni genere è grande. Ma soprattutto prevale la consapevolezza di essere Alpini, capaci di combattere qualsiasi tipo di guerra, anche quella della droga. La Patria si difende anche così.
Ad agosto dell’ ’89 se ne va nel Paradiso di Cantore Mario Altarui, promotore del Bosco delle Penne Mozze e primo Direttore di Fameja Alpina. Lascia a noi tutti una ricchezza di esempi di vita alpina, di pubblicazioni e di lealtà umana indimenticabili.
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