Capitolo 7 - Sezione Alpini Treviso

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Capitolo 7

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STORIA CRONOLOGICA DELLA SEZIONE A.N.A. DI TREVISO

Cronaca di oltre 80 anni di Vita Alpina


Capitolo 7: I primi anni settanta: la Sezione diventa matura

Nel 1969 la Presidenza della Sezione ritorna a Francesco Cattai, e il Direttivo nomina Pietro Del Fabro Presidente Onorario.
In dicembre di quell’anno scompare improvvisamente “La leggendaria Medaglia D’Oro di Russia” Angelo Ziliotto. Alle sue esequie sono presenti una marea di Alpini e di Reduci della Russia. Le sue spoglie riposano a Fietta, il suo paese natale ai piedi del Grappa. Con lui scompare una della figure più nobili della Sezione.
Il 28 giugno 1970 il raduno triveneto si tiene a Cappella Tamai in occasione dell’inaugurazione della chiesetta eretta in memoria delle vittime di Cima Vallona (tra cui l’Alpino Armando Piva) e per gli altri Caduti per il servizio di ordine pubblico in Alto Adige. Mario Altarui, nel suo discorso commemorativo, afferma che l’umanità dei nostri soldati in servizio d’ordine in alto Adige non meritava le offese dure e ripetute che hanno contraddistinto l’azione terroristica austriaca iniziata nel dopoguerra ad acuitasi tra il 1964 e il 1967, con l’uccisione di sedici soldati nei vari barbari attentati.
Mons. Muccin invece afferma che quella chiesetta è la risposta più dignitosa, e nel contempo severa, al male portatoci da oltre confine.
Il 1971 è caratterizzato dai festeggiamenti per i 50 anni della Sezione di Treviso. Nel pomeriggio del 9 ottobre lo scrittore Giulio Bedeschi autore del famoso libro “100.000 gavette di ghiaccio” vincitore tra l’altro del premio “Bancarella” tiene la conferenza di apertura delle manifestazioni. Alla sera grande concerto alpino in Piazza dei Signori con i cori “Stella Alpina” di Treviso, “El Scarpon” di Spresiano e “Alpes” di Oderzo.
Il giorno seguente la festa continua a Castelfranco Veneto al cui Gruppo è stata affidata l’organizzazione delle celebrazioni: S. Messa, sfilata, discorsi delle Autorità tra cui spicca la presenza del Presidente dell’A,N.A. Guido Nobile, il quale nel suo intervento afferma che noi Alpini non abbiamo la presunzione di poter influire nella pratica e nell’attività politica,…ma sentiamo il dovere come imperativo categorico di far sapere qual è il nostro animo in questi momenti, le cose in cui crediamo, la volontà di partecipare alla progressione delle idee e degli istituti per una vita migliore in un mondo migliore.
Il pomeriggio continua con la gara di tiro alla fune che già aveva riscosso successo in altre manifestazioni.
Cresce la coscienza politica e la fiducia che la gente pone negli Alpini i quali, pur avendo nel loro statuto l’apoliticità non possono esimersi dall’impegno sociale. Tanto che nella primavera del 1972  il Dott. Carlo Aristide Dal Sasso socio A.N.A. del Gruppo di Oderzo viene eletto Deputato alla Camera.
L’8 ottobre 1972 diventa realtà quello che poteva sembrare un’utopia lanciata da un’idea, o da un’ispirazione straordinaria di Mario Altarui: piantare un albero per ogni Caduto della nostra terra. L’entusiasmo trasmesso da Altarui ha contagiato prima l’amico Ezio Bigolin col quale ha iniziato una ricerca di un sito idoneo, poi gli Alpini di Treviso, Conegliano e Vittorio Veneto. L’idea fu completata con l’aggiunta di una stele di ferro battuto per ogni caduto  eseguita dallo scultore Simon Benetton che ne riporti il nome e gli altri dati significativi. Naturalmente l’inaugurazione è avvenuta con il progetto realizzato solo in parte, ma ha dato il via ad un nuovo modo di onorare la memoria ai Caduti per la Patria. Il “Bosco delle Penne Mozze” di Cison di Valmarino è un’espressione di rispetto, di amor patrio e di fede unico ed irripetibile. Nessuno può calpestarne i sentieri senza provare una intensa commozione ed un senso di pace e di gratitudine.
Nel 1973 Cattai passa la mano, Presidente della Sezione di Treviso diventa Antonio Perissinotto. In quell’anno Fameja Alpina si trova coinvolta in una aspra diatriba per un parere negativo espresso alla costruzione dell’albergo Giussani da parte del C.A.I. in mezzo alle Tofane. Eugenio Sebastiani afferma senza mezzi termini che su, a Forcella Fontananegra, facevano la forca al Generale Cantore che in Paradiso comanda il Reggimento delle Penne Mozze. Il C.D.N. se l’ebbe a male e comminò al direttore di Fameja Alpina Mario Altarui, che difendeva a spada tratta l’operato del suo redattore, una sospensione fino a dicembre 1973. Altarui, alla fine dell’anno, rassegna le dimissioni. Lo sostituirà Van den Borre.
Per la stessa ragione viene censurato Perissinotto che in una riunione del Consiglio di Sezione viene sfiduciato dalla maggioranza. Perissinotto non si dimette, si dimette invece tutto il Consiglio. Il C.D.N. nomina Commissario Cattai che all’epoca era Consigliere Nazionale. Il Commissariamento dura dal 28 aprile al 1 luglio 1974, quando Cattai viene di nuovo eletto Presidente della Sezione di Treviso.
La forza della Sezione nel 1974 è di 5054 soci suddivisi in 81 Gruppi.
Si guarda anche all’ecologia. Nel numeri di Fameja Alpina di Luglio-Settembre 1974 si informa che il 16 luglio  è stato inaugurato il centro ecologico del Cansiglio composto da una riserva di daini, un giardino botanico alpino e da un museo che illustra la storia geologica del Cansiglio.
Nel 1975 il Consiglio Direttivo approva la creazione di un “Fondo Sezionale di Assistenza”, controllato dallo stesso Direttivo, con lo scopo di intervenire nel modo più rapido ed opportuno a favore di chi ne abbia bisogno. L’articolo con cui ne dà notizia il giornale titola a caratteri cubitali “Fradis Alpins”, quasi un presagio di ciò che sarebbe successo l’anno seguente.
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