Gruppo Castelfranco - Sezione Alpini Treviso

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Gruppo Castelfranco

GRUPPO DI CASTELFRANCO VENETO

26 gennaio
Giornata nazionale dedicata alla memoria e al sacrificio degli alpini
Celebrazione a Castelfranco Veneto

Il Corpo degli Alpini nasce il 15 ottobre 1872, per difendere – nella visione del suo ideatore Giuseppe Perrucchetti – i confini settentrionali del Regno d’Italia. Per un curioso scherzo del destino il battesimo del fuoco avvenne il 1 marzo 1896, in Abissinia nella sfortunata battaglia di Adua. Il 16 giugno 1915 la prima grande impresa che darà il via al mito degli Alpini come soldati della montagna: la conquista del Monte Nero; “figli dei monti” sono chiamati gli Alpini da Cesare Battisti. Dal 10 al 29 giugno 1917 il “calvario” del Monte Ortigara. E poi il 28 marzo 1942, l’affondamento del piroscafo Galilea che riportava in Italia dal fronte greco il battaglione Gemona. Prima dell’alba del 10 ottobre 1963 gli alpini della Brigata Cadore sono i primi a giungere Longarone, sconvolta alle 10.30 della sera prima dalla tragedia del Vajont.
Sono tante le date che possono rappresentare la memoria ed il sacrificio degli Alpini.
La Legge n. 44 del 5 maggio 2022, ha espresso la volontà del Parlamento Italiano di riconoscere il 26 gennaio quale data celebrativa della “Giornata nazionale dedicata alla memoria e al sacrificio degli Alpini”.
Ci hanno dato il 26 gennaio senza che noi lo chiedessimo, e allora che 26 gennaio sia, oltre le solite sterili polemiche, oltre le gratuite accuse di revisionismo che ci sono cadute addosso.
26 gennaio 1943: ottant’anni fa la Divisione Tridentina sfondava a Nikolajewka l’accerchiamento che bloccava la ritirata degli italiani dal fronte russo. Nikolajewka è stato un episodio eroico, tragico e sanguinoso, ma strategicamente minore e di fatto ininfluente sull’andamento della Seconda Guerra Mondiale. E’ stato però il compimento dell’epopea alpina, di un mito nato con le imprese del Monte Nero, l’Ortigara e poi il Pasubio e il Monte Grappa.
Nel “Tridentina avanti!” urlato dal generale Reverberi, non c’è spirito bellico ma c’è il desiderio essenziale di “tornare a baita”, di chiudere il capitolo insensato della guerra.
Nikolajewka è il simbolo della sofferenza, della solidarietà, del sacrificio degli alpini per tornare a casa: nella ritirata di Russia furono le truppe alpine ad aprire la strada del ritorno. E mentre la Tridentina rompeva l’accerchiamento a Nikolajewka, la Julia e la Cuneense si sacrificavano a Valujki.
26 gennaio 2023: Giornata nazionale dedicata alla memoria e al sacrificio degli alpini, in riconoscenza al senso della Patria, ai valori alpini nella partecipazione civile, nella solidarietà e nel volontariato.
Per noi Alpini ci sono due brevi frasi, poche parole, che esprimono il fondamento della nostra Associazione e del nostro essere Associazione:
- i reduci della grande guerra hanno inciso sulla colonna mozza dell’Ortigara tre semplici parole: PER NON DIMENTICARE
- i reduci della campagna di Russia hanno creato il monumento vivente che è la Scuola Nikolajewka a Brescia, un istituto modernissimo di ricerca e assistenza per le gravi disabilità, che ha concretizzato il motto di ONORARE I MORTI AIUTANDO I VIVI
L’impegno sociale di noi Alpini è sotto gli occhi di tutti, con la protezione civile dell’Associazione Nazionale Alpini, nelle opere di solidarietà, a partire dalla giornata della Colletta Alimentare, per finire nelle mille iniziative che i nostri singoli Gruppi portano avanti nelle proprie comunità.
Mario Rigoni Stern diceva: “La memoria è un dovere. Dobbiamo ricordare, sia per dare voce a chi è scomparso in guerra o nei lager sia perché valga come monito per il futuro”.
Se la giornata degli Alpini deve essere il 26 gennaio, allora che sia la nostra festa, che diventi il giorno in cui celebriamo i nostri valori, il nostro essere stati alpini in armi ed il nostro essere adesso alpini in congedo.
Non potevamo non festeggiare la nostra festa. “Cosa facciamo il 26?” è stata la domanda di venerdì sera, 20 gennaio, al momento del classico bicchiere della staffa fra i tre alpini rimasti, prima di chiudere la sede. E quindi giro di telefonate con i Gruppi Alpini del nostro Raggruppamento, ed accordi con l’Amministrazione Comunale, chiusi martedì mattina. Si fa!
Giovedì mattina, 26 gennaio, alle 9:00 breve alzabandiera al Cippo, che è anche il Monumento ai Caduti della Seconda Guerra, con la presenza di oltre venti di alpini.
Poi alla sera, cerimonia con la presenza del Vicesindaco, sig.ra Marica Galante, del Consigliere Comunale, sig. Michael Didonè, che per l’occasione ha sfoggiato il suo cappello alpino, dei gagliardetti e delle rappresentanze dei gruppi del nostro Raggruppamento, Resana, Vedelago, Barcon e Cavasagra, del prof. Ermanno Ramazzina del Gruppo di Biadene, grazie al quale stiamo intraprendendo un nuovo percorso con gli studenti del liceo Giorgione di Castelfranco Veneto, dei rappresentanti di alcune Associazioni d’Arma castellane.
Sono presenti più di una settantina di persone, quasi tutti alpini.
Dopo l’introduzione del Capogruppo, la lettura di un brano di Mario Rigoni Stern, di alcune lettere di alpini trevigiani, scritte alla famiglia dal fronte russo, di un breve ricordo di quanti non sono riusciti a tornare dalla Russia ma sono rimasti nei campi di prigionia, tratto dalle memorie del gen. Enrico Reginato, MOVM della nostra Sezione. In conclusione il testo della poesia “Io resto qui” dell’alpino Giuliano Penco, caduto sul fronte russo nel 1943.
Con toccanti parole il Vicesindaco ha ringraziato gli Alpini, noi Alpini, per i valori che rappresentiamo e per il nostro impegno nella società civile, prima di procedere agli onori ai Caduti ed all’ammainabandiera.
Siamo soddisfatti. Non potevamo non trovarci per la nostra festa.
Fa freddo e ormai ci aspetta il vin brulè.
Appuntamento per l’anno prossimo.

Paolo Rizzardo
Capogruppo Gruppo Alpini di Castelfranco Veneto
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