UN'ADUNATA DA RECORD

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PIAVE, MONTELLO, GRAPPA E… CUORE

Un cuore grande, enorme, per riuscire a fare un lavoro così difficile e pesante, ma dai risultati così fenomenali, che rimarranno nella memoria storica della Marca. L’Adunata del Piave è stata un vero successo!

Un GRAZIE carico di affetto va tributato, innanzitutto, a tutti coloro che hanno creato questa macchina organizzativa non perfetta, piena di magagne e difficoltà quotidiane, ma che ha saputo risolvere i problemi di tutti i giorni con lo spirito di iniziativa e adattamento (in parte definibile come INTELLIGENZA) tipico degli alpini: chissà, magari adottato a livello politico ed economico nazionale si potrebbero raggiungere certi risultati…

E allora grazie Presidente Raffaele Panno, mente e cuore (assieme naturalmente ai colleghi delle 3 Sezioni consorelle Baron per Valdobbiadene, Benedetti per Conegliano e Introvigne per Vittorio V.) di questa organizzazione stupenda, grazie membri del COA (tra i quali i “nostri” Bassetto, Gentili, Longo e Marian), scheletro d’acciaio dell’organizzazione, grazie 24 Consiglieri sezionali per il lavoro personale e di gestione dei propri Gruppi di riferimento, grazie coordinatori delle attività sezionali (Protezione Civile in primis, Centro studi, Sport, Coordinamento Giovani ecc.) per l’apporto fondamentale, grazie 89 Capigruppo e 11.000 alpini e aggregati trevigiani (oddio, non è che tutti abbiano proprio lavorato o solo collaborato esternamente, ma per ora non sottilizziamo!), grazie all’Ufficio Stampa gestito egregiamente da Laura Simeoni, grazie a tutti coloro che poco o tanto hanno dato il loro aiuto per la riuscita dell’evento (non vorrei lasciar fuori qualcuno quindi li ricomprendo tutti in questa maniera…).

Vi assicuro, non avendo effettivamente operato a fianco di queste persone, ma essendo stato osservatore attento dall’esterno, che nei 2 anni circa di preparazione di questo evento così particolare, speciale, spettacolare, le problematiche e le difficoltà sono state impressionanti: la burocrazia dal 1994, anno della precedente Adunata, è centuplicata, bisognava fare 20 domande in carta bollata per qualsiasi stupidaggine (certo la sicurezza e la privacy sono importanti, ma chissà perché altri Paesi occidentali riescono a fare le stesse cose, fatte meglio, con molte meno richieste alle Istituzioni e in minor tempo!). Onore e gloria, quindi, a questi uomini, a queste donne, a questi alpini e non che hanno sacrificato il lavoro, gli hobbies, la famiglia spesso, per poter raggiungere un risultato del genere.

Già, un risultato di questo tipo: ma quale tipo esattamente?

Lo riassumiamo con alcuni numeri per farvi capire meglio la situazione dell’Adunata del Piave.

- 135.000.000: di euro. Sembra sia il giro d’affari sviluppato nella Marca e dintorni dall’evento (anche se i dati precisi saranno disponibili solo fra alcune settimane). Sono cifre incredibili per una settimana circa di lavoro. Ho sentito però più di qualcuno dire cose del tipo: “Sì certo, un gran bel lavoro, ma guadagneranno solo i ristoratori e gli albergatori, a me cosa ne viene in tasca?”. Veramente il discorso è un po’ più ampio, non credete? A parte che in zona non sono arrivati solo gli alpini ma anche le loro famiglie, quindi persone interessate a entrare in negozi diversi dai bar e ristoranti, se un ristoratore guadagna bene nelle settimane e mesi successivi non sarà interessato a comprare un’auto nuova, un elettrodomestico in più, investire i suoi soldi in un prodotto finanziario ecc. ecc.? Quindi l’indotto economico sviluppato dall’Adunata sarà più ampio del prospettato iniziale o no?

- 500.000: ingressi a Treviso nei 3-4 giorni del flusso maggiore generato dalla festa. Forse anche di più (avremo dei dati precisi nei prossimi giorni grazie a un nuovo sistema algoritmico di misurazione adottato dall’ANA  nazionale). È un dato eccezionale, che si sperava di raggiungere ma forse non si credeva razionalmente nei giorni precedenti. Probabilmente un record perché non sembra siano state realizzate Adunate precedenti con simili quantità di ingressi. Forse il bel ricordo lasciato dall’Adunata del 1994, organizzata sotto la magistrale direzione del compianto Francesco Zanardo, ha contribuito ad attirare moltissime persone che magari inizialmente “ci stavano pensando”, probabilmente il meteo ha dato una mano (nei giorni precedenti sembrava un gioco a quale sito la sparava peggio nei 4 giorni clou dell’Adunata…) visto che ci sono stati solo alcuni acquazzoni ma niente pioggia battente, ma in ogni caso resta il successo di presenze dovute soprattutto a un’organizzazione adeguata e soprattutto a un sistema di comunicazione impeccabile. E creando pochissimi problemi alla città e alla sua circolazione. Ossia, di difficoltà ce ne sono state, era chiaro e impensabile che sarebbe stato diversamente. Ma credetemi, ho partecipato a qualche Adunata e i problemi logistici in alcune città sono stati moooolto peggiori che a Treviso! In città più grandi, impostate anche meglio dal punto di vista urbanistico, con uno sviluppo delle linee di trasporto urbano più ampie: sta di fatto che una piccola-media cittadina come Treviso di neanche 90.000 abitanti ha fatto vedere che con un lavoro collettivo e un’organizzazione ben impostata si possono ottenere veramente risultati che definirei favolosi. Auguri a Trento per il 2018!

- 135.000 (circa): passeggeri dei treni che hanno raggiunto (o cercato di raggiungere) Treviso venerdì e sabato. Pessima idea. L’organizzazione delle linee aveva previsto 70-80 convogli straordinari, più che sufficienti a convogliare circa 60.000-70.000 arrivi, come previsto dalle precedenti Adunate. Però la situazione è mutata per un motivo molto semplice ma imprevedibile: il tam-tam delle comunicazioni tra la gente, considerate esperienze precedenti e la conformazione della città, ha invogliato molti a cercare di prendere il treno (anche dai paesi limitrofi a Treviso) e non tentare di parcheggiare fuori città e prendere le navette, per paura di non trovare parcheggio o che i bus fossero introvabili o strapieni. Risultato: a momenti la stazione veniva chiusa dal Questore per motivi di sicurezza, una marea di persone non sono riuscite a tornare a casa (certo che se si vede una situazione così difficoltosa, con un piano B o un po’ di flessibilità decisionale anche i vertici delle ferrovie avrebbero potuto trovare delle soluzioni all’ultimo momento, o no?), mentre la situazione del trasporto pubblico tra autobus e navette in città (circa 400 veicoli) ha funzionato alla grande! Complimenti al MOM per il lavoro svolto e le scelte azzeccate.

- 80.000: alpini in sfilata domenica 14 maggio. Sembra appurato anche questo dato, che rappresenta un record (ma anche qui stiamo su dati in difetto, per non esaltarci troppo: nei prossimi giorni ci verranno comunicati i dati precisi sulla base dei conteggi degli uomini del SON, Servizio d’Ordine Nazionale). A Torino 2011 non erano arrivate di sicuro 500.000 persone e in sfilata erano 77.000, record precedente!

Perciò a Treviso più alpini hanno voluto dimostrare il loro amore per l’ANA, la Patria, la Bandiera, ma anche la nostra terra e quindi i concetti fondamentali che abbiamo voluto ricordare e celebrare con questa grande Adunata e nelle manifestazioni di avvicinamento che da settembre dell’anno scorso hanno riempito di orgoglio i nostri soci e avvicinato agli alpini ancor di più le nostre comunità: il ricordo del Centenario della Grande Guerra, quando da una grave sconfitta e da quella che avrebbe potuto essere fine della nostra Nazione appena nata è finalmente venuto fuori lo spirito di appartenenza a un unico popolo ed è stata data una scossa fondamentale al nostro Esercito, partita e conclusa proprio nelle nostre terre martoriate, per raggiungere una vittoria insperata e completa sull’Impero austro-ungarico e affermare il nostro diritto a essere Italia.

- 800: i bagni chimici della Toi Toi che erano presenti in città (e fuori). Un record anche questo, una grossa spesa del COA che però ha dato decisamente i suoi frutti. Una delle problematiche più fastidiose delle Adunate, assieme alle difficoltà di trasporto, è proprio legata a questi fondamentali strumenti d’igiene. Spesso le critiche più pesanti da parte dei cittadini è proprio legata alla loro carenza o alla sporcizia che raggiungono il sabato e la domenica perché non vengono ripuliti. Ad Asti l’anno scorso ce n’erano 500 e non sono affatto bastati… Ne sono stati chiesti 1.000 per Treviso ma tra costi altissimi e problemi logistici ne sono stati posizionati circa 800. Certo, in pieno centro città non ce n’erano molti (ma in una cittadina piccola come Treviso per non intasare strade e vicoli non era possibile posizionarne di più!) e i bar erano pieni di persone che dovevano andare in bagno, ma sono stati disagi prevedibili e impossibili da risolvere totalmente. Invece nelle aree un po’ più esterne i problemi sono stati ridotti al minimo e le pulizie periodiche sono state eseguite (quasi) sempre senza nessun problema o ritardo.

Allo stesso modo possiamo orgogliosamente citare la grande prestazione dell’opera di Contarina: la ditta di smaltimento rifiuti ha definito un piano veramente ottimo, con molti punti di raccolta differenziata (prima volta per un’Adunata, ve l’assicuro), che però spesso erano stracarichi e anche buttati per terra, situazione abbastanza normale visto l’afflusso. Ma l’importante è stato che il lavoro svolto durante le notti sia stato alacre, veloce e quindi il mattino dopo la situazione della pulizia in città sia stata praticamente perfetta, quasi come non fosse mai capitato nulla il giorno prima. Anche questo grazie all’accordo col COA e lo sviluppo, come per altre società partner dell’Adunata, di sinergie molto solide che hanno permesso il raggiungimento di risultati importanti se non addirittura di altri records.

- 300: interventi del SUEM e degli operatori sanitari. Pochi problemi particolarmente gravi, molte ubriacature (purtroppo normali in un ambito di questo genere) e alcuni infartuati. Ci sono state anche alcune risse o scaramucce, con un bergamasco finito in rianimazione per un’aggressione finita molto male (ma sembra si sia ripreso dal coma e possa ritornare a casa a breve): vogliamo naturalmente stigmatizzare questo comportamento violento che non deve mai capitare, ma soprattutto non può capitare a una manifestazione alpina. Auspichiamo che le autorità civili e l’ANA prendano i dovuti provvedimenti nei confronti dei responsabili. Poi sappiamo bene che sia comportamenti simili che festeggiamenti estremi, come se fossimo all’Oktoberfest o all’Ombralonga, da anni ormai sono sempre più normali per avventori che alpini non sono ma partecipano alla festa che è un po’ di tutti. Giovani che non sanno nulla dei nostri valori, dei nostri motti, nemmeno delle nostre feste, dove non occorre ubriacarsi da “coma etilico” e spaccare la città per divertirsi, non servono “trabiccoli” e pugni in faccia per sballarsi, ma solo stare assieme, ricordare i tempi della naja, cantare col coro e seguire le fanfare spontanee che passano festose per le vie della città. Se non vi basta questo tipo di divertimento, allora l’Adunata non fa per voi!

- 52: tanks di birra da 500/1.000 litri. Tanti sembra siano stati utilizzati a Treviso durante la settimana di festeggiamenti (dagli esercenti: e tutto quello che i Gruppi si sono portati da casa…?). Non facciamo gli ipocriti: la gente conosce il nostro Corpo originariamente per la nomea di gran bevitori (ma no beoni!) e festaioli… Ultimamente abbiamo fatto capire che facciamo tanto nella società civile, grazie alla P. C., alle opere nelle scuole, alla collaborazione indispensabile con gli Enti, i Comuni, le Associazioni, le parrocchie, però la nostra nomea a volte è difficile da eliminare nella pancia della società. Comunque è importante che si capisca questo: sì, è vero, ci piace far festa, mangiare e bere. Ma nei momenti e nelle modalità giusti: c’è la parte pagana e la parte “cristiana” della nostra festa, e questo dualismo in apparenza inconciliabile è l’anima dell’Adunata, è la nostra forza e la nostra debolezza assieme, è un tutt’uno che nessun altro possiede e nessun altro può realizzare come gli alpini. Festa e divertimento, anche sfrenati ma mai fuori dalle righe, anche “fracassoni” ma mai volgari (molte donne dicono di non sentirsi mai minacciate o offese dai nostri comportamenti, anzi sono ben accolte, invitate a divertirsi assieme, elegantemente corteggiate) fino a sabato notte, in un crescendo di grande energia e vigore; ma la domenica scatta qualcosa di diverso, di esattamente contrario… tutti impeccabili e precisi, in sfilata, con le camicie di Gruppo o sezionali ben stirate e i nostri cappelli belli calcati in testa, con le penne nere al cielo a ringraziare il Signore che ci ha dato la possibilità di partecipare ancora una volta a questa splendida cerimonia. La sfilata è sacra: anche se sei mezzo ubriaco o stai male per la sera prima devi essere presente e passare in rassegna la gente ai lati della strada che ti applaude. Ma non devi esserlo per il tuo piacere personale, ma per tutti i “veci e bocia andati avanti”, per chi è stato partecipe del Corpo e dell’Associazione in più di cento anni di vita (il primo) e quasi cento (la seconda), per tutti i giovani alpini che in tempo di guerra hanno intriso di sangue la nostra terra per renderla libera, per tutti i volontari alpini che in tempo di pace hanno aiutato le nostre comunità durante qualsiasi calamità naturale o altri eventi più o meno brutti, quando c’era bisogno di noi.

- 24: i cantieri aperti e conclusi in pochi giorni dalla Protezione Civile. Il ponte dell’Università sul Sile, 30 fontane in centro e fuori Treviso, alcune scuole, la pulizia dei lampioni di varie strade cittadine (opera questa non prevista). Una serie di opere che portano a un bilancio stimato di circa 400.000 € valore delle attività di ripristino, sistemazione, abbellimento. Questo, oltre al giro d’affari generale, il grande regalo alla città da parte dell’ANA tramite il suo fiore all’occhiello operativo, la P. C. appunto. Un lavoro collettivo che dimostra quanto gli alpini tengano a far bella figura e a mettersi concretamente a disposizione della città che ospita la loro più importante manifestazione annuale. Una delle tante operazioni che possono venir visualizzate nel Libro Verde che l’ANA stampa e porta a conoscenza della comunità e delle Istituzioni: anche per l’anno 2015 (ultimo rilevamento) sono state realizzate opere per circa 5,7 milioni di € (cifra raccolta e donata ai bisognosi) e che moltiplicate per l’orario di lavoro medio standard (circa 27,52 €/ora) portano a un risultato straordinario di circa 63 milioni di € sviluppati, con più di 2 milioni di ore di lavoro dei volontari alpini. Questa è la “summa” dell’opera alpina, altro che feste e alcool!

- 10 + 8: 10 cori + 8 fanfare. Quelli delle Sezioni organizzatrici che hanno realizzato un doppio CD di cante e musiche di elevatissima qualità, con una serie di iniziative e concerti soprattutto nel periodo di avvicinamento all’Adunata che ha sorpreso anche gli organizzatori per l’intensità del lavoro svolto. Oltre 600 tra coristi e musicisti coinvolti per un’opera unica nel suo genere, che darà i suoi frutti anche in futuro perché si è deciso che questa macchina porterà a sviluppi importanti nei prossimi anni, in una collaborazione tra Sezioni consorelle che continuerà. Assieme ai 43 concerti del sabato sera nelle piazze e nelle chiese di Treviso (la “Notte di note”: 115 cori e fanfare hanno regalato emozioni in musica alle migliaia di persone partecipanti alla festa) e alle esposizioni presentate dal Centro Studi del Piave a Treviso e nelle altre 3 cittadine della provincia, si è trattato di un’offerta culturale di grandissimo valore e di eccellente fattura.

- 5: “trabiccoli” sequestrati dai vigili urbani. E 3 ambulanti abusivi arrestati, e 15.000 euro di multe comminate: della serie “quando si vuole, si può!”. Quante volte si è detto, nei giorni precedenti alle Adunate degli ultimi anni, che sarebbero stati presi provvedimenti seri contro questi veicoli non autorizzati, pericolosi (ad Asti l’anno scorso ricordiamo che hanno causato un decesso), inquinanti e rumorosissimi. Poi questi entravano in città senza problemi, come un coltello nel burro, con i vigili che ridevano al loro passaggio e gli uomini del SON impotenti. Quest’anno no, quest’anno Treviso si è imposta, anche con le cattive. Non occorre che ci siano alla nostra festa, ci si può divertire lo stesso senza problemi. Complimenti alla polizia municipale e ai nostri addetti di controllo ai varchi e alle porte della nostra città!

- 1: il cuore alpino, di cui accennavo in apertura di questo lungo pezzo. Un cuore e un’anima unici concretizzati dalla riunione di 4 Sezioni (un connubio difficile, anche nelle nostre Sezioni e nei Gruppi vige ancora un potente spirito campanilista, una gelosia atavica difficile da sradicare, ma con cui dovremo fare i conti seriamente, a breve, per non morire come Associazione…), di più di 150 Gruppi alpini, di tante centinaia di migliaia di uomini (e donne) soci dell’ANA nella Marca, di una città che si è fatta parte del nostro spirito alpino e si è inchinata alla nostra opera.

1 come 90: la 90^ Adunata, non importa che sia o no la più bella di sempre (per noi senza dubbio, ma siamo di parte e non vale), è stata la nostra Adunata, l’abbiamo voluta fortemente anche se c’erano tanti timori, ottenuta, realizzata con fortissimi sacrifici ma ce l’abbiamo fatta: e, a detta di molti, con ottimi e duraturi risultati. Speriamo sia vero che se ne sono accorti anche in alte sfere statali: la Ministra Pinotti ha dichiarato, pungolata dai giornalisti, che c’è la possibilità di valutare un progetto per la “leva civile” di 6 mesi in un futuro non tanto distante. Che sia vero? Si stanno ricredendo sulla sospensione della leva militare finalmente (visto le problematiche ormai gravi che la nostra società si è trovata ad affrontare negli ultimi anni, soprattutto da quando, nel 2003, non ci sono più gli obblighi di leva per i maschi italiani) o era solo un modo per tirare avanti senza prendere alcuna decisione? La nostra sede nazionale ha prodotto alcune proposte interessanti su questo argomento. Magari qualcuno a Roma ha dato un’occhiata o sono troppo impegnati in questioni di molto più elevata rilevanza?

Ora si volta pagina: ci sono moltissime altre cose da fare e opere da svolgere per la gente: “aiutare i vivi per onorare i morti”, dice un nostro motto famosissimo. Pensiamo a continuare come abbiamo sempre fatto e arrivederci alla prossima Adunata a Trento dall’11 al 13 maggio 2018, nel ricordo della fine della Prima Guerra Mondiale!

Piero Biral

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