E' arrivato Gesù Bambino - Sezione Alpini Treviso

Vai ai contenuti

E' arrivato Gesù Bambino

Centro Studi > Portello Sile
"È ARRIVATO GESÙ BAMBINO"
100 presepi 100 letterine di Natale

La letterina di Natale

di Emanuele Bellò
Quando gli inverni erano bianchi, al pari dei mulini e delle strade, la ricorrenza del Natale portava agli scolari due appuntamenti ineludibili: il presepio e la letterina di ringraziamento ai genitori. Il primo poteva venire condiviso con amici e compagni, con spedizioni per procurarsi muschi, erbe e sassi e con le prove per la rappresentazione della Natività su testi del Gozzano; il secondo era invece un momento intimo, personale, con la sola mediazione della maestra per un eventuale controllo ortografico.
La gentile consuetudine della letterina di Natale risale ai tempi della introduzione dell'obbligo scolastico nel Regno d'Italia e si è affermata per l'impegno continuo di tante maestre elementari che, come diceva Dino Coltro, sono tante candele che si consumano per portare la luce nelle teste dei bimbi.
Era un uso poetico, trasversale ai ricchi e ai poveri, alla città e alla campagna: vergata su un semplice foglio di quaderno arricchito da un disegno fatto a mano o scritta in inchiostro dorato su elegante carta da lettera decorata da motivi natalizi, la letterina finiva sotto il piatto del capofamiglia per essere letta durante il grande pranzo di Natale, e con tutta la famiglia riunita, in un rito comunitario e gioioso.
L'atmosfera di abbondanza e generosità era poi favorevole all'elargizione di un obolo per l'estensore della missiva che in molti casi non riceveva altro dono data l'austerità di quegli anni ben diversa da l'opulenza attuale.
Rivedere quindi una raccolta di queste letterine infantili, con i pensierini messi in fila da una grafia a volte incerta ed il loro profumo di genuinità e di emozione sincera, significa per i più anziani rivivere le trepidazioni, gli slanci e le attese di momenti dolcissimi e irripetibili perché legati a persone care, il più delle volte scomparse. Per i più giovani, cresciuti con la tecnologia e l'informatica e abituati dalla televisione a ben altre "letterine" e "veline", è un'occasione per provare un diverso approccio a una festa ormai consumistica e un invito a continuare questa tradizione in forma moderna, utilizzando la videoscrittura o la posta elettronica per recuperare il profumo dei buoni sentimenti e delle emozioni pure così poco presenti nel mondo di oggi.


"È ARRIVATO GESÙ BAMBINO"
100 presepi 100 letterine di Natale

Dai giornalini di classe

Testi raccolti da Luisa Tosi
Il giorno di Natale io e mia sorella abbiamo messo la letterina sotto il piatto dei genitori. Aveva un angolino che usciva fuori. La mamma si è accorta subito ma è stata zitta. Il papà invece ha detto: "Ma chi è che mi mette i pezzi di carta sotto il piatto!?".  Pareva arrabbiato, ma era tutta una finta.
Serena, classe IV

A casa ho fatto il presepio con il muschio, le statuine, il lago, le montagne e tutto il resto. Però San Giuseppe era senza testa, allora gli ho messo una pallina di "ciunga" masticata sopra.
Alberto, classe III

La maestra ci ha fatto scrivere la solita letterina di Natale per il papà. Io non sapevo cosa scrivere; allora mi sono detto: "Scrivo solo "tanti auguri" così la facciamo finita".
Giancarlo, classe III

Ho detto al papà: "Tra poco è Natale". E lui: "Che rottura de bale".
Giuliano, classe III

In classe abbiamo l'albero di Natale e anche il presepio. L'albero è più bello perché ci abbiamo attaccato le palle d'oro.
Claudia, classe II

Io non faccio il presepio. Mio papà è all'ospedale e la mamma non ha voglia di festeggiare. Ha detto: "Ma cosa vuoi fare il presepio ho altro da pensare".
Laura, classe IV

Io il presepio lo faccio dai nonni. Mi diverto a costruire la capanna e la stalla per le pecore. Il nonno è bravo a lavorare col legno e mi insegna come fare ad incollare i pezzi. Il nonno è proprio forte ed anche "figo". Anche la nonna però, perché mi prepara la pinza e il panettone con dentro la cioccolata.
Andrea, classe V

Da me non si fa il presepio. Papà dice che sono tutte storie, ma a me piacerebbe.
Paolo, classe III

Mio papà fa il presepio tutti gli anni, ma guai a chi ci mette le mani. è bravo. fa le luci, le montagne, la ruota che gira, l'acqua vera. E' proprio bello quando è finito. Mi piacerebbe aiutarlo; ma non vuole nessuno intorno anzi si chiude dentro a chiave.
Luca, classe V

Ieri a scuola abbiamo preparato il bigliettino di Natale da dare ai genitori. lo ho disegnato un albero e una capanna e poi l'ho tutto colorato d'oro e d'argento.
Stefania, classe II

Io non vorrei mai che arrivasse Natale perché papà ha i nervi perché non può andare in montagna con gli amici e gli tocca star lì a sentire le chiacchiere dei parenti; la mamma è agitata come una "boréttola" perché deve preparare il pranzo per tutti; mia sorella ha un diavolo per capello perché non può andare via col moroso e io non so cosa fare e mi rompo le scatole.
Leonardo, classe V

Abbiamo fatto il presepio in classe. Proprio bello.
Marcella, classe I

Ieri abbiamo tirato fuori dall'armadio tutte le robe per preparare il presepio. E cosa ti salta fuori? ... un topolino che aveva fatto il nido dentro la capanna.
Angela, classe III

Abbiamo fatto la festa per le mamme. Abbiamo cantato e recitato le poesie, e dopo ci sono le vacanze di Natale.
Giuseppe, classe I

Gesù è nato in una stalla al freddo. Poteva abitare in un castello, se voleva, perché lui era il re di tutto il mondo, ma non gliene fregava niente.
Manuela, classe II

Ho scritto una lettera a Gesù Bambino e gli ho detto: "Tu sei nato povero ed anch'io sono povero. Figurati che certe domeniche non ho neanche un soldo. Vorrei domandarti una cosa. Perché non vieni a trovarmi? Per stare più presto vieni giù per la riva del Sile e troverai la mia casa; è grande, vecchia e fredda. Ciao"
Giovanni, classe IV
Gesù Bambino

Così piccino
Abiti in una capanna
Con la tua mamma.
Ciao Gesù
Vieni a scuola anche tu.

Stella, classe II
È Natale

La neve cade soffice
sulle case, sui tetti, sui prati.
Cade pian piano.
E scende a farfalline
che volano sui rami stecchiti
come braccia aperte
piene di neve.
I fiocchi danzano
davanti ai miei occhi
e fanno come un velo.
Io chiudo gli occhi
ma continuo a veder la neve.
è Natale.

Chiara, classe V
Torna ai contenuti